12.03.2013
Mani, braccia, piedi, gambe, dita non sono solo parti del corpo! Occhi,
naso, orecchie, bocca non danno forma solamente a un viso come tanti!
Nell’Oratorio estivo 2013 tutto quello che il nostro corpo può fare
grazie alle parti che lo compongono sarà il segno di qualcosa di più
grande che si chiama
incarnazione, per scoprire che è con tutto noi stessi e con ogni parte di noi che realizziamo la vita!
I ragazzi si accorgeranno che corpo e spirito non si trovano su due pianeti diversi, anzi formano
una cosa sola che è la persona. Grazie a quello che siamo
interamente,
possiamo scoprire la nostra unicità, quella che ci fa entrare in
relazione con gli altri per quello che siamo, senza vergogna ma con
piena disponibilità e apertura. Proprio perché siamo
unici e speciali
– ed è così che dovremmo sentirci tutti – possiamo stare di fronte
all’altro nella forma del dono. Possiamo sorprendere con un abbraccio o
incoraggiare con un sorriso; possiamo dare speranza con mani che sanno
operare bene oppure infondere fiducia camminando accanto all’altro
usando gambe e piedi.
Tutto il corpo può contribuire al bene dell’altro e intanto può crescere e maturare
armoniosamente,
proprio perché nel farsi dono mette in gioco capacità, creatività,
intelligenza… Tutto quello che rende una persona pienamente se stessa,
in questo modo, non si allontana da ciò che possiamo definire
amore. Se ogni ragazzo si eserciterà a usare ogni parte del suo corpo per il bene dell’altro, guardandosi allo specchio non troverà un
narciso pronto solo a soddisfare se stesso ma si sentirà parte di un disegno in cui l’amore gratuito muove l’universo.
Ritorna anche quest’anno la preposizione
per che indica appunto quella
parte del corpo
che può attivare un’azione buona che genera e suscita amore, lo provoca
e lo produce (cfr. elenco delle 25 parti del corpo con il loro «
per…») e rende il nostro corpo e quindi noi stessi segni della
bellezza più grande!
Il nostro corpo può non solo donare ma anche ricevere ed essere appunto recettivo. Anche in questo caso, la logica del «
per» aiuterà i ragazzi a intravedere nella
reciprocità e nell’
accoglienza dell’altro, anche dell’inatteso, il segreto per crescere e diventare davvero
se stessi.
La prossima estate è Every body!
Anche per l’Oratorio estivo 2013 giochiamo con le parole, per formare
uno slogan che sia accattivante per i ragazzi. Quest’anno scomodiamo
l’inglese e scomponiamo la parola «everybody» in due parti, prendendole
quasi alla lettera. Lo slogan dell’Estate 2013 in oratorio è dunque «
Every body»
che testualmente può significare «ogni corpo» e, estendendone il senso,
«ogni parte del corpo». Inviteremo i ragazzi a guardare alle
potenzialità del loro corpo e all’utilizzo di quello che la natura ha
dato loro perché imparino a portare una ventata fresca di umanità in
questo mondo e facciano sì che tutti si riconoscano appartenenti ad
un’unica famiglia, quella umana, dove si dà valore alle differenze e
persino alle diverse abilità.
L’obiettivo che proponiamo per ciascuno consiste proprio nell’essere
pienamente umani, con le proprie caratteristiche così uniche e irripetibili che, guarda caso, sono altrettanto comuni e identiche a quelle di
ogni altra persona, sono dunque di tutti, nessuno escluso.
Siamo
tutti fatti di carne e ossa, di muscoli e di cervello,
di cuore e polmoni… siamo fatti di emozioni, passione e intelligenza,
abbiamo tutti una coscienza e usiamo le parole e compiamo i gesti per
dire e fare qualcosa di più del semplice sopravvivere. E in più notiamo
che in ognuno c’è fede (in qualcosa in qualcosa, in qualcuno, in un
ideale o in una persona). Questo è l’Oratorio estivo dell’Anno della
fede (che continua fino a ottobre) e per questo tiriamo in causa ancora
la fede che ci porta ad avere delle convinzioni, anzi
una convinzione.
Con tutto noi stessi, con ogni parte di noi, noi crediamo di poter
realizzare l’unico compito che è dato a tutti, indistintamente:
fare della propria vita un dono per gli altri! È
questo che ci fa «umani» ed è proprio questo che ci fa «cristiani»,
cioè imitatori dell’unico Signore Gesù, il figlio di Dio che amava
chiamarsi e farsi chiamare «il figlio dell’uomo».
Un corpo mi hai preparato
Ancora una volta, come in ogni Oratorio estivo, il modello da seguire è
quello di Gesù, che offre il suo corpo in sacrificio per il bene di
tutti. Ogni passo del Vangelo ci presenta il
mistero dell’incarnazione di Gesù:
la sua nascita, la sua vita in famiglia e in mezzo al suo popolo, la
sua missione, il suo messaggio, i passi e i gesti che ha compiuto, fino
alla sua morte in croce e perfino alla sua risurrezione sono tutti segni
della sua obbedienza alla volontà del Padre che per il suo figlio ha
procurato un corpo come il nostro:
«Per questo, entrando nel mondo,
Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece
mi hai preparato… Allora ho detto: “Ecco, io vengo – poiché di me sta
scritto nel rotolo del libro – per fare, o Dio, la tua volontà”» (Eb 10, 5.7).
I ragazzi possono imparare che fare la volontà del Padre vuol dire
mettere in moto ogni parte del proprio corpo per compiere quelle opere
buone che Lui ha
preparato per ciascuno (cfr. Ef 2, 10).
Esercitarsi a
fare la volontà del Padre sarà il compito che
affideremo ai ragazzi nell’Oratorio estivo 2013, perché non c’è un altro
modo per farlo che non sia facendo uso del nostro corpo!
«Un corpo mi hai preparato» è il sottotitolo dell’Oratorio
estivo 2013 tratto dal capitolo 10 della lettera agli Ebrei. Subito,
all’inizio della nostra avventura, tiriamo in causa il Padre che ha
scelto per noi la vita e ci ha dato tutto quanto è necessario per
realizzarla. Davanti a questo
dato di fatto siamo chiamati anche noi a fare un
atto di volontà che assomiglia molto a un
atto di fede per
accogliere il dono e accettare quel che Dio ci mette a disposizione per
il nostro bene e per il bene degli altri. Entra così in causa il nostro
corpo che è molto di più di quello che cogliamo con i nostri sensi.
Guardando ad alcune parti di esso non sarà difficile cogliere per i
ragazzi che siamo fatti
ad immagine di Dio che si è fatto carne per
donare se stesso in sacrificio per ciascuno di noi. Il Signore Gesù
diventa così il modello di una vita piena e di una vita buona, dove non
fanno paura le parole sacrificio, offerta, dono di sé proprio perché
sono risposta all’
amore ricevuto.